Crisi di governo: cosa succede ai nostri risparmi?

27 Luglio 2022

Crisi di governo: cosa succede ai nostri risparmi?

Proprio  nel momento in cui l’economia italiana stava mostrando numeri eccellenti, la crisi di governo la fa ripiombare nell’incertezza. Incertezza che si somma alla difficile situazione internazionale già segnata da forti tensioni economiche e geopolitiche: guerra, covid, inflazione, rialzo dei tassi, carenza di componenti e materie prime, una possibile recessione alle porte. Cosa può succedere adesso ai nostri risparmi? E al nostro mutuo? Quali rischi corriamo? Quali strategie possiamo adottare per difendere i nostri risparmi?

 

20 Luglio 2022,  

Mario Draghi, in questa calda giornata d’estate, ha visto sciogliersi la larga maggioranza che fino a quel momento aveva sostenuto l’azione del suo governo. 

 

La precipitosa fine della legislatura, ha lasciato stupiti la maggior parte degli osservatori italiani e internazionali per diversi motivi: il presidente del consiglio godeva di una credibilità e di un consenso amplissimo sia in Italia, che all’estero. Dopo una crescita record nel 2021, i dati del secondo trimestre 2022 vedranno l’Italia come miglior paese dell’Eurozona (da quanti anni non eravamo i migliori?) e il terzo trimestre potrebbe essere ancora in crescita, trascinato da una stagione turistica che si preannuncia la migliore di tutti i tempi. Eravamo nel bel mezzo del percorso di riforme, finanziate in gran parte coi soldi del PNRR per modernizzare e rilanciare ulteriormente il paese. Gli stessi che non gli hanno votato la fiducia, cinque mesi prima avevano implorato Mattarella perché rimanesse al Colle, per non togliere Draghi dal governo in un momento così importante. Inoltre non si è mai andati a votare in autunno per non mettere a rischio la stesura della legge di bilancio che va approvata entro l’anno. Infine, nonostante i dati economici che per ora rimangono buoni, il momento è parecchio delicato, per far esplodere una crisi di governo: guerra, covid, inflazione, rialzo dei tassi, carenza di componenti e materie prime, stanno minando la crescita mondiale e rischiano di trascinare nuovamente l’economia di molti paesi in recessione.  

 

Non voglio dilungarmi sulla miopia dei nostri politici, nel gettare il paese nell’incertezza, in un momento così delicato, a maggior ragione per il fatto che comunque si sarebbe andati al voto quattro mesi dopo. Preferisco concentrarmi sugli effetti che questa crisi  può portare sui risparmi delle persone e quale strategia adottare in momenti come questo.

 

Rischio Italia?

L’italia ha un debito pubblico tra i più alti del mondo e ormai da molti anni tutto l’avanzo primario (cioè quello che rimane tra entrate e uscite) viene eroso dagli interessi da pagare sul debito.

Oggi però a complicare la situazione ci sono due problemi ulteriori:

1) L’italia dopo il covid non ha più un avanzo primario, cioè spende più di quello che incassa anche senza tener conto degli interessi

2) L’epoca dei tassi zero (o quasi) sta finendo, l’inflazione rende necessari forti rialzi dei tassi, che graveranno sui bilanci di aziende e paesi più indebitati.

In questo contesto, se l’Italia venisse percepita come rischiosa, per l’alta spesa pubblica (spesso improduttiva), gli sprechi, l’incapacità portare avanti quelle riforme indispensabili in un paese moderno, potrebbe vedere il costo del suo debito crescere ulteriormente. 

Questo come impatta sui risparmi?

Il problema del debito pubblico italiano e gli alti interessi da pagare, andrebbe a penalizzare tutta l’economia del paese, ma soprattutto i titoli di Stato e chi li detiene (banche e assicurazioni in primis).

 

Cosa può succedere con le elezioni?

Da italiano, che ama il suo paese, lavora, paga le tasse, cresce qui i propri figli, mi auguro che dopo il 25 settembre non accada nulla di drammatico. Mi auguro che si possa avere un governo forte e credibile, che possa portare avanti le riforme iniziate da Mario Draghi e che con i soldi del PNRR si possa finalmente avere un paese moderno, giusto, efficiente, meritocratico e competitivo. 

Purtroppo però, per raggranellare qualche voto o qualche poltrona in più, spesso i nostri politici sono portati a fare promesse irrealizzabili e a sprecare denaro pubblico, accrescendo ulteriormente il debito. 

 

Sacrificare il futuro per godere nel presente. Un po’ come se il nonno comprasse una Lamborghini, lasciando le rate da pagare al nipote.  

 

La speranza è che chiunque salga al governo, investito della responsabilità della guida del paese, si metta la mano sulla coscienza e abbandonando le “sparate da social e da campagna elettorale” inizi ad amministrare con serietà e lungimiranza, ma se così non fosse dobbiamo prepararci anche a scenari più cupi.

 

Se la situazione dovesse precipitare, come possiamo difendere i nostri risparmi?

Chi mi conosce, sa che non investo i soldi dei miei assistiti in base alle previsioni o ai temi di moda sui mercati, ma in base ai loro obiettivi, orizzonti temporali e profili di rischio di ciascuno. 

Proprio per questo motivo, cerco sempre di diversificare gli investimenti in tutto il mondo e soprattutto non prendermi un rischio su un titolo, su un settore o su un paese.

Cerco di investire in modo razionale, studiando le informazioni a nostra disposizione in modo razionale e oggettivo.

 

Provo a chiedermi: “Se io fossi un investitore cileno, canadese o coreano e volessi investire in modo efficiente, sicuro e razionale, quanto investirei in Italia?”

 

Visto che il PIL italiano è meno del 3% del PIL mondiale, probabilmente investirei il 3% dei miei soldi in aziende, titoli, BTP italiani. Forse un po’ di più, forse un po’ di meno, ma comunque una cifra intorno al 3%.

Per quale motivo invece un italiano dovrebbe investire la quasi totalità dei propri risparmi in Italia?

Cos’ha di razionale questa strategia?

Cosa ci fa pensare che i BTP, i titoli di Stato italiani, siano i più sicuri del mondo? Che le aziende italiane siano quelle gestite meglio? Che la borsa italiana sia la più redditizia? 

Questa strategia oltre ad essere irrazionale è doppiamente rischiosa per un italiano, perchè un qualunque problema sull’Italia, oltre a mettere a rischio il nostro lavoro, il valore della nostra casa, la pensione, i servizi erogati dal nostro paese, la banca in cui abbiamo un conto, può distruggere anche i pochi o tanti risparmi accumulati nella nostra vita.

 

Perché allora gli italiani criticano tanto l’Italia e i suoi politici, ma gli affidano il destino dei loro risparmi?

Questo comportamento irrazionale è noto come HOME BIAS, un errore cognitivo che ci porta inconsciamente a sopravvalutare quelle che è vicino a noi.

Home bias è fare un investimento immobiliare (se di investimento si può parlare) nel paesino di 5000 abitanti dove viviamo, invece che in una grande città.

Home bias è avere un conto, azioni e obbligazioni della banchetta sotto casa perchè è “comoda se ci devo andare”, anche se non entriamo in filiale da 12 anni.

Home bias è l’americano che investe solo in titoli americani, il giapponese solo in titoli giapponesi e l’italiano (ahimè) solo in titoli italiani.

 

Troppo spesso anche banche e consulenti finanziari inesperti, cadono nella trappola dell’home bias, un po’ per assecondare il cliente, un po’ perché ne sono vittime loro stessi.

Troppo spesso mi imbatto in portafogli pieni zeppi di BTP, CCT, polizze, fondi, PIR, obbligazioni bancarie e azioni italiane

 

Se l’Italia rappresenta il 3% del PIL mondiale per quale motivo razionale dovremmo investire qui più del 3% dei nostri risparmi?

 

Conclusione

Mi auguro il meglio per l’Italia e tutti dobbiamo fare la nostra parte, ma non possiamo per “patriottismo” mettere a rischio i nostri risparmi

Investire per obiettivi, con un approccio razionale e diversificato, ci mette al riparo da rischi inutili, anche quello di investire nel titolo, nel settore o nel paese sbagliato

Il paese sbagliato a volte è stato l’Argentina, a volte la Turchia, a volte la Russia, domani potrebbe essere anche l’Italia: non sta a noi ritenerci migliori, fare gli scongiuri e rischiare i risparmi di una vita.

 

Chi ha investito nel BTP (investimento considerato notoriamente prudente), per il solo effetto dell’aumento dei tassi da inizio anno sta perdendo oltre il 20%, mentre nessun portafoglio di un nostro assistito (neanche il più aggressivo) ha un calo minimamente paragonabile.

 

Immaginiamo la catastrofe, immaginiamo che tutte le asset italiane perdano il 70% del loro valore, se abbiamo in portafoglio solo il 3% di Italia, la nostra perdita sarà del 2%. 

Un calo del 2% è facilmente recuperabile, mentre per recuperare un -70% è parecchio più difficile: avremmo bisogno di fare quasi +235%.

 

Il consiglio in questo momento riguarda il riflettere sull’importanza della diversificazione nel ridurre i rischi estremi. Utilizziamo questo momento di incertezza sull’Italia, per fare col nostro consulente finanziario   un check-up del portafoglio e verificare quanto home bias è stato usato nella sua costruzione.

 

Lo scorso Natale scrivevo “Viviamo anni di grandi cambiamenti, non sappiamo cosa ci riserverà il 2022, ma qualunque cosa dovesse accadere, dovremo essere pronti ad affrontarla e trasformare ogni sfida in opportunità

 

Eccoci qui, il 2022 si sta dimostrando più complicato del previsto, stiamo affrontando sfide sempre più grandi, ma applicando poche semplici regole ci stiamo proteggendo dai rischi estremi che potrebbero presentarsi e siamo pronti a cogliere l’opportunità di quando tornerà (speriamo presto) il sereno.

 

Marco